Comunicazione non verbale di androide

dicembre 14, 2009

di Fabrizio Bellavista

L’umanoide Face, del centro di ricerca E. Piaggio di Pisa, ha una pelle sensorizzata che “capisce” le informazioni tattili e il movimento ed è dotato di un sistema visivo artificiale capace di comprendere l’espressione facciale del soggetto adeguandosi di conseguenza. Riproduce infatti 6 espressioni base: dal triste al felice, dall’arrabbiato all’impaurito. Il paziente, invece, indossa una maglietta con alcuni sensori che registrano in tempo reale la frequenza cardiaca, quella respiratorie e la risposta elettrodermica. Linguaggio, se pur non verbale, che il robot interpreta.

(Nova24 – 10 dicembre 2009)


E’ il cervello che vede, non l’occhio

dicembre 9, 2009

Di Fabrizio Bellavista

Le illusioni percettive sono la testimonianza più empirica in grado di trasmetterci il concetto chiave delle dinamiche psico-linguistiche: è il cervello che vede, non l¹occhio. Il triangolo di Kanizsa per esempio è un’illusione ottica assai nota. Nel 1955 per la prima volta venne descritta dallo psicologo italiano Gaetano Kanizsa. Nella figura “vediamo” due triangoli equilateri bianchi l’uno sovrapposto all’altro anche se nessuno dei due triangoli è effettivamente disegnato. Questo effetto è conosciuto come profilo soggettivo o illusorio. Inoltre il triangolo bianco inesistente sembra essere più luminoso della zona circostante, mentre quell’area ha la stessa luminosità delle zone adiacenti. (Nell’immagine: il triangolo di Kanizsa e due oggetti “impossibili”).


Comportamenti su Facebook

luglio 21, 2009

FacebookEsistono nel mondo fisico relazioni note fra la nostra personalità ed i nostri comportamenti sociali, ma quando ci trasferiamo nei social network, in particolare su Facebook, valgono ancora queste associazioni?
Un contributo alla risposta arriva da uno studio svolto da un gruppo di ricercatori della University of Windsor, guidato da Craig Ross e presentato in un recente articolo della rivista internazionale ‘Computers in Human Behavior’, il cui scopo era stabilire correlazioni fra la personalità dell’utente (classificata con il test Big Five) e l’uso di Facebook. Luca Chittaro ha scritto su questo argomento un articolo su NOVA100.