Di Viviana Verin
Sempre di più la stampa pubblica articoli che coinvolgono la
comunicazione sensoriale. In questo caso si parla di profumi in
auge nel ’68.
In quel periodo di radicali sconvolgimenti sociali e di costume, non poteva mancare una rivoluzione anche nella sfera olfattiva: nuove fragranze, floreali ed esotiche, come ad esempio il patchouli, si imponevano come portatori di quello spirito di libertà proprio della giovane generazione Peace & Love. Nello stesso momento, come portatori di altri messaggi, si affermavano ‘Eau Sauvage’ di Dior e ‘Opium’ di Yves Saint Laurent.
È noto che tra i cinque sensi l’olfatto è la memoria più radicata, quella che permette di conservare il passato e il proprio vissuto emozionale. I semplici odori si caricano di valore e si trasformano in portavoce emblematici della nostra memoria e di un’intera epoca, confermando così il ruolo strategico delle emozioni nelle nostre scelte e in quelle di marketing.
(Da ‘D, la Repubblica delle donne’, numero 609)