Marketing territoriale e emozionale e turismo

novembre 30, 2010

Il marketing territoriale sta diventando uno degli asset più importanti della strategia turistica di ogni Paese e tanto più dell’Italia, che ha una affluenza di circa 80 milioni di visitatori all’anno. All’interno di qualsiasi strategia di marketing, non solo territoriale, poter avvicinare e comprendere le potenzialità emozionali di un brand città o di un brand paese fa certamente la differenza.
Il 30 Novembre 2010 si svolge un convegno organizzato dal Dipartimento di Neuromarketing di AISM & POPAI Italia su questi temi, con l’intento di approfondire le dinamiche del marketing emozionale applicato al primo settore economico italiano, il turismo, dal titolo “Il marketing emozionale e il turismo fra teoria, storie di successo e progetti innovativi”.

Qui di seguito il programma degli interventi:
Daniele Tirelli – Presidente Popai Italia;
Franco Giacomazzi – Presidente AISM;
Francesco Gallucci – Coordinatore Dipartimento Neuromarketing AISM e Presidente 1to1 lab “Il neuromarketing e il coinvolgimento emozionale del cliente”;
Massimo Giordani – Direttore Popai Digital e Amministratore Delegato Time & Mind “Iperconessioni fra atomi e bit”;
Fabrizio Bellavista – Partner Istituto Psycho Research Milano “Il marketing territoriale e le città emozionali”;
Emilio Becheri – Amministratore Delegato Mercury e Professore Università Firenze “Dall’offline all’online, conoscere per pianificare”;
Paolo Poponessi – Vice-presidente Commonlands “Luoghi, paesaggi e identità emozionali, i nuovi paradigmi dell’attrattività turistica”;
Riccardo Trecciola – R&D Manager 1to1 lab “La comunicazione turistica online, misurare l’efficacia emozionale dei siti web con il neuromarketing”.


La decadenza del generalismo e il marketing territoriale

luglio 2, 2010

Di Gianandrea Abbate

Il marketing territoriale si fa sempre più centrale all’interno della nuove strategie che si rivolgono al locale, ad una visione ‘utente centrica’ in cui la comunicazione one2one la fa da padrona. Nelle nostre ricerche emerge come dato consolidato una maggiore convergenza verso il particolare, il vicino, cioè il locale. La nostra percezione del pericolo è messa a dura prova dalla microcriminalità, dai piccoli scippi piuttosto che dal pericolo mediaticamente più enfatizzato ma più lontano, del terrorismo di matrice islamico fondamentalista. Siamo tornati più fortemente, specie per una certa percentuale di target, ad una visione ‘donne e buoi dei paesi tuoi’ e il successo di certe formazioni politiche lo conferma: il marketing territoriale si trova quindi a dover rilevare e comunicare questa carica emotiva diffusa e deve trovare driver emozionali e segni distintivi al pari di un brand. Tutte le regioni d’italia hanno nelle nostre mappe di posizionamento psicolinguistico connotazioni specifiche che le differenziano l’una dall’altra e sono più credibili e segno di garanzia per certe merceologie piuttosto che altre.