L’obiettivo della ricerca (svolta presso il laboratorio SrLabs di Milano) è stato quello di verificare se l’ipotesi di D.A. Norman avesse dei riscontri sperimentali. Si è cercato cioè di valutare se il design di un prodotto avesse effetti sull’emozione sperimentata da un soggetto e se tale emozione fosse in grado di influire sul comportamento del soggetto stesso. Del design si è considerato principalmente il livello viscerale (l’aspetto estetico) e in parte quello riflessivo; del comportamento è stato preso in considerazione l’atteggiamento di avvicinamento del soggetto verso il prodotto (in concreto: il desiderio di provarlo).
È risultato che i diversi prodotti sono sottoposti a strategie di osservazione differenti e sono in grado di suscitare reazioni emotive diverse. La quota di attenzione che ciascun oggetto attrae è risultata correlata in alcuni casi all’emozione suscitata dal prodotto, in altri ad alcune caratteristiche della confezione di profumo giudicate salienti (bellezza, attrattività, femminilità), in altri a fattori che non sono stati considerati.
Se possiamo concludere che l’estetica è solo uno dei fattori (non l’unico!) che influenzano l’attenzione e l’emozione, dobbiamo però rilevare che essa svolge una determinante funzione persuasivo-seduttiva di richiamo; è un “aggancio visivo” in grado di attrarre lo sguardo del destinatario sul prodotto e di promuoverne una valutazione positiva. Non è detto che ciò si traduca direttamente in un comportamento di acquisto, ma assegna sicuramente al prodotto un vantaggio competitivo che lo fa emergere in un contesto affollato di concorrenti.