La mente emozionale, è dominante nei comportamenti del consumatore. Il 79% della comunicazione disperde mediamente il 42,7% degli investimenti marketing / media per un totale o parziale “black out emozionale” del messaggio. La tecnologia sicolinguistica permette l’accesso a:
MAPPING DEI GRANDI MECCANISMI EMOZIONALI DI PERSUASIONE
QUANTIFICAZIONE EFFICACIA EMOZIONALE E MEDIE
OTTIMIZZAZIONE (eventuale) DEL ROI DEL MESSAGGIO
Il metodo trae spunto da oltre 350 studi scientifici, in particolare dai Nobel Hubel, Sperry, Wiesel e dai consiglieri Usa Sunstein e Thaler. Un concept “x” che si desidera analizzare (es. merceologia, need, statement, brand, adv, etc ) puo’ essere sottoposto a “mindtest” nel field di ricerca, e quindi incrociato con il Database che ha in memoria i 400 concetti altoricorrenti nel lessico collettivo e i relativi codici psicolinguistico video audio, aggiornato attraverso 10000 test-anno.
Mind M@p e la mente emozionale
luglio 2, 2010Comunicazione non verbale di androide
dicembre 14, 2009L’umanoide Face, del centro di ricerca E. Piaggio di Pisa, ha una pelle sensorizzata che “capisce” le informazioni tattili e il movimento ed è dotato di un sistema visivo artificiale capace di comprendere l’espressione facciale del soggetto adeguandosi di conseguenza. Riproduce infatti 6 espressioni base: dal triste al felice, dall’arrabbiato all’impaurito. Il paziente, invece, indossa una maglietta con alcuni sensori che registrano in tempo reale la frequenza cardiaca, quella respiratorie e la risposta elettrodermica. Linguaggio, se pur non verbale, che il robot interpreta.
(Nova24 – 10 dicembre 2009)
E’ il cervello che vede, non l’occhio
dicembre 9, 2009Di Fabrizio Bellavista
Le illusioni percettive sono la testimonianza più empirica in grado di trasmetterci il concetto chiave delle dinamiche psico-linguistiche: è il cervello che vede, non l¹occhio. Il triangolo di Kanizsa per esempio è un’illusione ottica assai nota. Nel 1955 per la prima volta venne descritta dallo psicologo italiano Gaetano Kanizsa. Nella figura “vediamo” due triangoli equilateri bianchi l’uno sovrapposto all’altro anche se nessuno dei due triangoli è effettivamente disegnato. Questo effetto è conosciuto come profilo soggettivo o illusorio. Inoltre il triangolo bianco inesistente sembra essere più luminoso della zona circostante, mentre quell’area ha la stessa luminosità delle zone adiacenti. (Nell’immagine: il triangolo di Kanizsa e due oggetti “impossibili”).
Prime riflessioni dalle RoundedMinds e l’epoca delle turbolenze
Maggio 30, 2008Di Fabrizio Bellavista.
Durante il primo ROUNDEDMINDS ho notato una forte difficoltà a condividere la situazione italiana del settore marketing e comunicazione (questa impressione è stata trasversale a tutti gli interventi). Molto spesso le tante idee emerse non raggiungevano la condivisione a maggioranza, molte visioni presentavano un evidente aspetto contradditorio: è stato Franco Giacomazzi a tentare, a mio parere, di sintetizzare il senso di tutto l’incontro, con queste parole: ‘in un epoca di turbolenza in cui la ‘gestione del caos’ è il plus più necessario, è sintomatico vivere situazioni contradditorie quindi non facilmente sintetizzabili’.
Interessante mi è parso anche l’intervento di Giuseppe Mascitelli, A.D. Mediolanum Comunicazione: ‘In un evento è importante che la parte emozionale sia modulata non solo sulla vista o sull’udito ma anche sugli altri sensi. Si può parlare al cervello passando per il cuore. Molte volte, invece, si fanno degli eventi che potrebbero essere sostituiti da un’e-mail o da una conference call’.
Un altro intervento che mi sembra interessante sottolineare è quello di Gianandrea Abbate: ‘L’effetto marmellata comunicazionale è molto forte e privo di idee distintive, tra l’altro confermata dai vari tracking di questi giorni. Siamo di fronte a un momento da ‘fermo immagine’ che potrebbe preludere forse ad un forte cambiamento anche se al momento i segnali del nuovo sono deboli. La comunicazione italiana salvo rari casi è una comunicazione abbastanza straniante, dove non si evidenziano differenze, valore aggiunto ed emozionalità’.
Unconventional media: intervento di Claudio Vaccaro
aprile 3, 2008Sempre più spesso dobbiamo confrontarci e valutare l’uso di media non convenzionali e interagenti con l’utente finale. E’ la grande realtà che si sta imponendo nella comunicazione worldwide. Ho modo di approfondire l’argomento con Claudio Vaccaro, amico e cofondatore del Crazy Marketing Network, cercando di chiarire come, nei confronti di una visione ‘emotional marketing oriented’, siano posizionati gli unconventional media. Risponde Claudio: ‘L’emozione è una tra le componenti fondamentali dell’approccio (va definito così) “unconventional”. Emozionare vuol dire anche divertire, sorprendere, disorientare: tutte spinte necessarie alla condivisione esponenziale del messaggio comunicato e alla diffusione, ad esempio, di una campagna virale. Direi quindi che il marketing emozionale, soprattutto lo studio sistematico del funzionamento della mente umana e delle sue reazioni emozionali a un messaggio, contribuisce in maniera essenziale al successo di una strategia di marketing non convenzionale’.
La finta catastrofe della latenza
febbraio 20, 2008Di Fabrizio Bellavista
La catastrofe della latenza, la carriera del non percepibile o l’epoca dei piaceri incerti. Da Zygmunt Bauman in poi si moltiplicano i segnali caratterizzati dall’incertezza per definire i nostri tempi. Su Mymarketing.net troverete un mio intervento riguardante questi temi.
Il consumatore compra emozioni, non materia. Un marchio senza emozioni è solo merce. Appuntamento alla Cattolica di Milano
febbraio 15, 2008Mercoledì 27 febbraio terrò, insieme a Gianandrea Abbate, una presentazione dal titolo ‘Il consumatore compra emozioni, non materia. Un marchio senza emozioni è solo merce’, evento sotto l’egida di IAA Italia. Certamente la location, l’Università Cattolica di Milano, culla della ricerca italiana di settore, e, soprattutto, l’introduzione da parte di Edoardo Teodoro Brioschi rendono questo appuntamento molto particolare e cerco di spiegare il perché… E.T.Brioschi, nella sua magnificenza di uomo di studi, docenze prestigiose e molto altro, ha avuto sempre un’occhio particolarmente attento, a differenza del mondo accademico tradizionale, verso l’efficacia della comunicazione e della sua misurazione, unitamente ad un piglio ‘feroce’ verso la moltitudine che, con svariate motivazioni e con risultati oltremodo catastrofici per tutto il settore, snobba questa problematica. Ma preferisco proporre le sue parole in diretta: ‘Il tema centrale in questi nostri anni nella comunicazione d’azienda è rappresentato – a livello internazionale, ben inteso, e non solo italiano od europeo – dall’efficacia della comunicazione e dalla sua misurazione. Efficacia che trova la sua premessa di base – come già ribadiva Colley una quarantina d’anni fa – nella corretta definizione degli obiettivi, intesi non come generiche finalità, ma comecompiti adeguatamente determinati sotto un triplice profilo (d’intensità, di pubblico e di tempo). E la ricerca è spronata ad accantonare con coraggio metodi superati, a validare nelle condizioni attuali d’ambiente e di mercato metodi ritenuti validi e ad approntare – non c’è dubbio – nuovi metodi…’.
‘Il consumatore compra emozioni, non materia. Un marchio senza emozioni è solo merce’. Milano, mercoledì 27 febbraio 2008 h 11:00. Università Cattolica del Sacro Cuore, Sala Negri da Oleggio, Largo gemelli, I
Per informazioni: valentina.molinari@iaaitaly.org redoffice@email.it
La Torre di Babele: una metafora sull’importanza della comunicazione
febbraio 11, 2008La Genesi racconta che i discendenti di Noè vollero edificare una magnifica città con una torre che arrivasse al cielo; il Signore, per punirli della presunzione, li afflisse con la confusione delle lingue (la Bibbia parla di 70 differenti idiomi), in modo che non si intendessero più e che il progetto venisse abbandonato. Così fu: gli ordini impartiti non vennero più capiti correttamente e, nella confusione, vennero commessi numerosi errori. I lavori rallentarono fino a fermarsi… Oggi più che mai, in un mondo votato alla globalizzazione, la comunicazione coerente e corretta assume una valenza decisiva: soffermiamoci ad analizzare ogni step comunicazionale, ogni vocale o consonante ha un suo significato profondo, un suo profumo, un suo sapore. Beato sarà chi userà le giuste parole?
La sindrome di Buridano, ovvero 64 tipi di sugo e 22.000 nuovi prodotti
febbraio 7, 2008Comprendere la natura umana e la sua psiche profonda ha echi importanti anche nella relazione tra i prodotti, i brand e le persone. Mi sembra interessante, in una società avanzata e votata alla complessità come quella occidentale, comprendere non tanto ciò che il cliente vuole, bensì ciò che desidera. E in questo oceano di sollecitazioni medianiche il consumatore odierno, come nella famosa ‘sindrome di Buridano’, di fronte alla proposta di un numero elevatissimo di messaggi (la media italiana è di 3600 spot e consigli per gli acquisti giornalieri) spesso non sceglie perché il linguaggio proposto dalla pubblicità off e on line non è calibrato ai meccanismi delle aspettative emotive collettive profonde e, per questo, viene respinto.